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la corsa, il violino, il treno

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2009 18:49
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I'm the man
Utente Gold
06/02/2009 18:49

Mi trovo nel mio paese d'origine. E' in corso una sorta di festa, è pomeriggio, tutti soo in strada, ma non noto né parenti né gente conosciuta.
Ad un certo punto io e altri te personaggi ci ritroviamo sotto uno strano capannone. Dobbiamo fare una sorta di confronto, gara, di arte marziale. Arriva un mio vecchio istruttore di kung fu wu shu, infatti. E' vestito di rosso scuro, con stranissimi calzari color porpora. Solo ora mi rendo conto che è pomeriggio, l'aria è calda, ma non si vede il sole. La gente passa vicino al capannone. Si assemblano le squadre che sono costituite da quattro elementi ciascuno.
Io sono con tre strani personaggi. Una donna, sui 25. Bionda, abbastanza formosa. Indossa una tutina aderente color grigio-argento. Il tessuto sembra composto da qualche materiale ignifuco misto con qualche tipo di microfibra elasticizzata. Ha dei bellissimi occhi azzurri, molto chiari e mi fa un sorriso di intesa, riguardo la gara.
Osservo poi l'altro tipo. Sembra un tipo in forma. Ma solo nella parte superiore del corpo, che appare molto muscolosa e scoperta a causa di una canottiera di quelle tipiche da body building. Sotto indossa un pantalone da tuta color blu e le gambe sono molto sottili rispetto al corpo. Ha i capelli corti e scuri, gli occhi larghi e neri.
Il terzo compagno di gara è... un alieno. E' un essere che ha la pelle cristallina, apparentemente dura, gli occhi bianchi e indossa una tuta cibernetica blu e nera con dei cavi che sembrano nutrirlo e proteggerlo. E' un militare nel suo mondo. E' atletico, a suo modo, e determinato. Sta serio ritto e silenzioso in attesa che l'ambiente si scaldi.
Ad un certo punto ci viene portato un foglietto. Contiene uno strano enigma. Risolvendolo si capisce cosa dobbiamo fare per vincere il premio. I miei compagni agiscono di istinto e anche l'istruttore mi incita ad andare con loro. Ma io sono fermo sulle mie posizioni e sono sicuro che non è quello che hanno capito loro. Uno scintillìo passa tra i miei e gli occhi dell'istruttore che, anche se non ha capito l'indovinello, si fida di me.
Comincio a correre. E' come i vecchi tempi. I muscoli sono rilassati, i movimenti precisi e calmi, il corpo sciolto, le braccia leggere. Ritmo.
Incomincio a correre intorno al capannone principale sul quale si trova su un lato una specie di cellulare interestellare. Lo trovo solo io. Né i compagni né la squadra aveva capito l'indizio. Lo porto con me. E' un testimone, come quello usato nelle antiche corse greche o persiane addirittura.
La soluzione che ho compreso è che bisogna correre per tutto il perimetro di questo strano capannone che ora si è trasformato in una tavola di pietra scura, non liscia sulla quale galleggia in volo una strana piramide gialla, quasi dorata. Uno dei miei compagni di squadra mi viene dietro, è l'alieno, ma è molto distante. Le altre squadre si sono disperse per il paese. La soluzione era più semplice. Sono già primo. La folla urla e applaude e incomincia a scandire il mio nome. Tutto diventa un ritmo come i miei passe. Rimango concentrato. La corsa è lunga. Arriva tanta gente. Chi compra salsicce e pop corn, altri zucchero filato, si sta facendo buio.
Continuo a correre. Sono nel giusto, sono stato quello che ha capito e che sta per vincere.
Sto per finire l'ultimo giro. Si tratta di salire in cima alla piramide. Ma è impossibile: questa fluttua in volo ed è altissima. Allora i compagni di squadra mi fanno da scaletta e mi aiutano a salire e io continuo a correre fino in cima ed è sempre più dura. Arrivo con lo strano testimone in cima. Da quassù tutto sembra diverso. Poggio lo strano cellulare su una base d'oro che si trova in cima e vedo 4 punti luminosi che arrivano dalle 4 direzioni cardinali. Ma quando arrivano vicino noto che quelle luci... sono io! Sono altri corpi di me che fluttuano verso di me fino a fondersi di nuovo con me stesso, in cima a questa piramide. Sento un tonfo e un forte vento nel momento che questi 4 corpi sempre miei ritornano in contatto con il mio essere. A quel punto sento una pressione molto forte in mezzo alla fronte e nel cielo noto un cerchio imperfetto dorato con in mezzo una luce blu.
C'è un grande rumore di folla. Il sindaco consegna alla mia squadra il premio. Io mi sento in equilibrio con me stesso.

[mi sveglio per qualche minuto, poi riprendo a dormire]

Mi trovo sempre in quel paesini e, allo stesso tempo, al luogo di lavoro che, nel sogno, si trova là. Ci sono alcuni miei colleghi che stanno ridendo perché qualcuno ha raccontato qualcosa di divertente. Poi entro in ufficio e trovo delle persone turche vestite di bianco e con sandali. Uno in particolare mi pone la roba piegata e mi fa cenno di vestirmi perché dobbiamo andare a suonare. Mi vesto come loro e vedo che la mia pelle si è scurita e quel gruppo mi dice che così mi prendono per turco anche a me. Poi mi danno un vecchio violino e si va in un camioncino dove trovo a terra una specie di tastiera. Andiamo in una piazzetta piena di gente e comincio a suonare il violino. Ci troviamo a sporgere dal camioncino e tocco la testa al soffitto perché è troppo basso.
Ma appena finito la piazza protesta e urla dicendo che io non sono musulmano e li sto ingannando. Allora io urlo che è lui il musulmano, l'altro musicista e lui si mette a parlare in arabo. Io non capisco ma vedo che la gente continua ad urlare. Per farci perdonare li invitiamo all'interno del furgone che è diventato enorme nella sua lunghezza e del tutto simile a quei camion che vendono panini. Attraversiamo le varie stanze. C'è un salotto dove si siedono alcune coppiette e noto una bella signora sui 40 con i capelli neri e vestita scura che mi attrae moltissimo. Mentre mi lancia uno sguardo, forse di intesa, accavalla le gambe e noto i suoi collant scuri e il bel decoltè. Prende da bere e fa un leggero cenno di brindisi verso di me. Mi prende perché sembra una persona dolce, protettiva, oltre che passionale...
Poi io e questi turchi andiamo in un'altra stanza dove ci sono dei bambini che corrono e urlano. Poi ancora in una stanza dove si trova un banco frigo che dovrebbe dare all'esterno, ma c'è un pannello di legno che lo occlude. Ci sono formaggi, affettati, pane e altro, proprio come nei camion che vendono i panini. Mangio qualcosa ma poi mi ritrovo fuori.
C'è una strada all'interno della ferrovia. La gente pullupa per questa strada e altri scendono dal passaggio a livello verso il mare. Bisogna stare attenti perché i treni passano in continuazione, ma davvero ad ogni secondo ed ad una velocità pazzesca e ti sfiorano pericolosamente. Poi il treno prende una strana piega! Invece di continuare dritto i binari girano verso la stradina per il mare!. La gente va per attraversare ma il treno fa delle frenate che mi ricordano più quelle di un bus che di un locomotore. Davanti è piatto e senza finestre. Appena si accerta che può passare ricomincia ad accellerare furiosamente. Per poco non ci metteva sotto.
Appena un secondo dopo: un secondo treno velocissimo. Stessa manovra e certa gente che era in mezzo a binari viene invitata a stare ferma così gli passa sopra, stranamente senza fargli male. Infatti osservo sta gente ferma col treno che gli passa sopra, molto alto internamente e loro impazienti che finisca per passare.
Poi il terzo treno. Questo è più cauto. Davanti noto una finestra lunga e alta di colore scuro. C'è qualcuno all'interno che non vefo e che manovra manualmente delle luci mobili e rettangolari. Osserva tutti me compreso e mi acceca e mi sposto più volte per appoggiarmi al muro per permettergli di passare. Ma arriva un tizio sui 65. Sembra un beone. Ha un capello e un vestito marrone, un pò ciccione, sicuramente non lucido. E appena il treno riparte fa segno come a dire che doveva fermarsi e poi va verso un lato del treno, che sta sfrecciando mentre un altro ride ma vorrebbe dirgli di stare attento. Il beone quasi scherzando va per toccare il treno che sfreccia come per aprire un portello e viene risucchiato sotto facendo un forte tonfo. Il corpo si spezza in più parti. Io vado per girarmi verso il muro, più per proteggermi da eventuali pezzi dell'uomo che volano che per lo spavento e noto che la testa e parte del corpo dell'uomo rimangono fermi in quel punto quasi sorridenti metnre il treno continua a sfrecciare verso il mare.
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