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il Tirreno — 10 ottobre 1997 pagina -1 sezione: ALTRO

SONO madre sfortunatamente di una creatura disabile che necessita
costantemente di cure e assistenza. Anni fa sono stata avvicinata da
due signore Testimoni di Geova, che essendosi informate del mio caso
iniziarono una corte serrata che ovviamente mirava ad affiliarmi alla
loro cosiddetta «religione». Per ottenere questo si prodigavano
verbalmente offrendomi il loro aiuto, addirittura per sostituirmi
nell'assistenza alla mia creatura affinché potessi frequentare le loro
adunanze e i loro giri di porta in porta alla ricerca di proseliti. Le
mie perplessità e il disagio sulla loro ostentata e ossessiva
gentilezza si rivelarono ben presto giuste, soprattutto quando con
cautela ma a dosi sempre più forti si esprimevano condannando tutto
ciò che ci circonda all'infuori della loro «dottrina» e della loro ben
reclamizzata onestà... Purtroppo per me, nonostante le rivelazioni che
facevo di giorno in giorno sul conto del Testimoni di Geova, mio
marito si lasciò convincere ben bene. Naturalmente devo dire che ne ha
avuto il suo buon tornaconto. Infatti dal momento che deve praticare
quella molto comoda «fede», lui in casa è praticamente latitante, le
ore che deve passare tra adunanze e studio di libro sono molte, ma
sono ancora di più le ore di «servizio» che deve fare (cioè andare in
giro a convincere la gente). Ore in cui deve tenere conto agli anziani
e sorveglianti. Per fare tutto ciò ha lasciato il suo buon lavoro per
mettersi a pulire le scale come fanno molti di loro, così da avere più
tempo a disposizione per la Torre di Guardia. Da rilevare anche le
stimolazioni sull'aspetto economico. Mio marito si sente portato a
contribuire notevolmente verso la sua congregazione donando cifre non
indifferenti e acquistando quantitativi di tutto rispetto di riviste e
libri sempre editi dalla Torre di Guardia. Tutto questo ha comportato
gravi incomprensioni tra noi. Solo chi ha a che fare con questa gente
può capire a fondo ciò che provo vedendo distruggere a poco a poco
quell'affetto che ci legava e che mi dava la forza di andare avanti.
Giuseppina Diversi