Testimoni di Geova ridatemi mio figlio
il Tirreno — 11 settembre 1999 pagina -1 sezione: ALTRO
Leggendo l'articolo apparso sul Tirreno il 27/8/99 dove veniva reclamizzata dalla congregazione dei Testimoni di Geova la conversione di un detenuto definito come criminale e arresosi alla propaganda dei Testimoni tanto da diventare un agnellino mansueto, mi sono decisa a riportare alla ribalta il caso di mio figlio che invece rappresenta l'altra faccia della medaglia. L'opinione pubblica deve essere informata che le persone, che come mio figlio, erano al contrario brave, oneste e sincere prima della conversione a Geova diventano, una volta indottrinati ben bene, figli disamorati nei confronti di genitori non allineati nelle file della Sala del Regno. Altre volte ho scritto facendo sapere il comportamento di mio figlio che da quando s'è battezzato a quella religione se n'è andato di casa senza curarsi minimamente di niente e di nessuno, spesso penso che neppure gli animali vengono abbandonati con tanto spregio come lui ha fatto con la sua mamma. Ora dopo 5 anni di questo suo riprovevole abbandono mi telefona qualche volta, solo lui, perché io non ho un suo recapito, né so dove vive, quindi a me non è consentito avere la gioia di prendere l'iniziativa di cercarlo. Devo quindi sottostare all'elemosina delle sue poche telefonate che in genere si rivelano richieste autoritarie di quella piccola somma di denaro che io avevo in altri tempi destinata a lui, ma perché fosse lui a beneficiarne, mentre ipotizzo che quel poco denaro abbia come destinazione le famose forme di contribuzione sollecitate dalla Torre di Guardia per la quale ha rinnegato sua madre. Altro motivo di dispiacere per me è la constatazione che vive come in una scatola chiusa, non tiene più al suo avvenire. Dopo tanti sacrifici riuscii, anche a dispetto dei Testimoni che lo consigliavano di lasciare gli studi per dedicarsi alla predicazione nelle strade, a fargli prendere un diploma che gli avrebbe aperto la possibilità di un buon lavoro, qui a Livorno, ma ora dopo tante peripezie si è messo a pulire le scale su al nord, non so bene dove, per avere «il privilegio» di stare tutto il giorno sui marciapiedi distribuendo «le preziose» riviste della Torre di Guardia. Non ha più altri interessi... Per concludere, se, come dicono loro, si prendono il vanto di aver redento un detenuto, perché non fanno un conto più trasparente di quante altre persone grazie a loro sono diventate insensibili a sentimenti familiari con tutto quello che ne consegue? Ci terrei anche ad evidenziare che pure i preti cattolici fanno la loro missione nelle carceri, avvicinando, molto più dei testimoni, tanti feroci criminali a Dio, ma non hanno bisogno di renderlo pubblico sui giornali, anche perché questa forma di pubblicità che loro si affannano tanto a dare non è certo raccomandata dalla Bibbia.