Il " testimone " era stato solo cacciato per qualche mese dal tempio
Processato dai saggi di Geova
Arrestato per violenza sulla figlia: i suoi non l' avevano denunciato
MILANO . L' avevano costretto a confessare, l' avevano processato, l' avevano condannato. E per loro, il Consiglio degli anziani dei Testimoni di Geova, giustizia era fatta: quel padre che violentava la figlia tredicenne, cacciato per qualche mese dal tempio, aveva avuto la pena che si meritava. I conti con l' altra giustizia pero' , quella vera, erano tutt' altro che saldati. E alla fine hanno provveduto i poliziotti: S.L. e' stato arrestato con l' imputazione di atti di libidine, i tre "anziani" della comunita' geovista di Seveso sono finiti sul registro degli indagati, accusa di favoreggiamento e di false dichiarazioni al pm. Alla fine dell' anno scorso, gli agenti di polizia giudiziaria della Procura di Milano e la questura di Caserta avevano cominciato a indagare sulla denuncia presentata dai nonni d' una ragazzina. Da quattro anni, il Tribunale dei minori aveva affidato loro la nipote. Ma da alcuni racconti alla fine avevano saputo d' una squallida storia di abusi e di maltrattamenti che la bimba aveva subi' to dal padre, un muratore di 33 anni che frequentava i Testimoni di Geova. Un uomo violento, che avrebbe seviziato la ragazzina a Milano, in tre o quattro occasioni, nei periodi delle vacanze scolastiche. I nonni avevano notato che la bambina piangeva spesso, ad ogni ritorno nel Casertano, e alla fine l' avevano convinta a raccontare le "attenzioni" che il papa' (all' insaputa della madre) le riservava mentre era solo in casa con lei. Quella che poteva sembrare solo una vicenda di miseria e d' ignoranza, pero' , e' diventata ancora piu' inquietante quando il pubblico ministero Pietro Forno . che aveva messo sotto controllo sia i telefoni di Milano, sia quelli dei nonni casertani . ha saputo che un altro "tribunale" si stava occupando della faccenda. E ha scoperto cosi' che due "anziani" geovisti (vengono definiti cosi' nella comunita' , anche se hanno 40 e 42 anni) frequentavano con una certa assiduita' l' abitazione di S.L. Interrogati, i due "giudici" hanno negato di sapere degli atti di libidine. E hanno fatto scattare una perquisizione nella sede del culto a Seveso, il paese della diossina. In una busta sigillata, sulla quale era scritto il nome del muratore, la prova: gli atti d' un vero processo al quale l' uomo era stato sottoposto, con tanto di confessione, pentimento dell' imputato e "condanna" a non frequentare per alcuni mesi il tempio geovista. Nessuno nella comunita' ha voluto denunciare il fatto all' autorita' giudiziaria. Ora i Testimoni di Geova hanno fatto ricorso al Tribunale della liberta' per ottenere il dissequestro degli atti. Quella del magistrato e' stata una profanazione, sostengono, perche' quei documenti equivalgono a una confessione religiosa. E per i ministri del culto, aggiungono, esiste il diritto al segreto. I giudici del tribunale hanno pero' dato loro torto: gli atti restano sotto sequestro, perche' sono indispensabili alle indagini.
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(21 luglio 1996) - Corriere della Sera
[Modificato da misterx78 01/10/2008 19:07]