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GB: non credi in Dio? Sei più intelligente

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    misterx78
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    00 08/08/2008 02:07


    Più si è intelligenti meno si crede in Dio: è quanto ha concluso uno studio condotto da Richard Lynn, professore emerito dell’Ulster University - già al centro di ricerche ’spinose’ come, ad esempio, la relazione tra intelletto, sesso e razza. Secondo Lynn, sempre più spesso l’intellighenzia nazionale britannica si considera atea: un fenomeno che si spiega con l’aumento dell’intelligenza avvenuto nel secolo passato. Ma non solo. “Perché pochissimi professori universitari credono in Dio rispetto alla media della popolazione?”, chiede Lynn.

    “Io credo sia solo una questione di Quoziente Intellettivo, e gli accademici, in media, hanno un QI più alto degli altri”. E’ più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago che chi ha un alto Quoziente Intellettivo creda nel regno de Cieli, insomma. Una visione che sembra confermata dal dato statistico: mentre il 68,5% dei britannici si definisce ‘credente’, la percentuale scende a 3,3 fra i membri della ‘Royal Society’. Le conclusioni della ricerca di Richard Lynn verranno pubblicate dalla rivista ‘Intelligence’

    Fonte: ANSA
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    misterx78
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    00 08/08/2008 12:31

    Le mie esperienze, studi e conclusioni al riguardo mi hanno insegnato che siamo animali evoluti con una mente molto potente. E siamo dotati di autocoscenza, frutto dell'evoluzione. L'uomo, autosservandosi, ad un certo momento si è reso conto di dover affrontare il dolore e la morte e, incapace di accettarla, ha creato figure divine, occulte, etc...
    E' stato scoperto da qualche anno una parte profonda del cervello. Una zona 'spirituale'. Se un monaco zen con tanti anni di esperienza meditativa viene osservato clinicamente si nota un'attivazione elettrochimica di questa zona. Egli proverà AMORE e DEVOZIONE verso la forma spirituale da lui cercata. Nel caso dello zen il Nirvana o stato di Dhyana, una forma di estasi neurovegetativa in cui il sistema parasimpatico viene esaltato mentre lo stato di coscenza si trova in vibrazione circandiante di tipo alfa.

    La stessa cosa capita a un devoto profondo. Che sia Cristo, Allah, Krisna o altro Dio o forma o non forma.
    Insomma stiamo parlando di un'abitudine radicata, profonda. L'uomo è frutto di un'evoluzione enorme. Frutto della casualità, tramite la selezione, ha sviluppato un'enorme macchina pensante che, usata male, sfodera delle perversioni tremende. Tra queste, a mio parere, c'è la credenza in qualcosa di superiore.

    Qualcuno mi dirà: come mai ques'esperienza e ricerca è comune a tutti e fuoriuscirebbe nell'individuo anche senza essere stimolata?
    Una volta una suora cattolica, puntando il dito verso gli atei racconto una storia. Riguardava una coppia di atei che teneva il proprio bambino lontano da discorsi e fonti riguardo Dio.
    Un giorno lo trovarono silenzioso vicino a un albero. Gli chiesero cosa facesse.
    Lui rispose: 'Sto ringraziando colui che ha creato il sole'.
    Questa sarebbe una prova, a suo dire, del fatto che la Provvidenza, visione di una manifestazione che viene dal Padre secondo i cattolici, avrebbe 'toccato' il bambino nonostante il rifiuto dei genitori.
    Io la chiamo biochimica. Perché, esattamente come camminare, correre, cercare cibo o nuotare, dentro di noi abbiamo l'istinto, frutto di perfezionamenti nati dall'uso e dal pensiero ricorrente intorno ad un argomento.
    Ecco perché un bambino, direbbe Piaget, senza nessuna stimolazione, impara a camminare e prova l'istinto di puntare i piedi. O se la lasci in una vasca, per qualche secondo, trattiene l'aria e nuota. Ecco perché cerchiamo Dio o altro. Abbiamo creato e cercato da sempre. Abbiamo modellato il nostro cervello affinché fosse predisposto a cercare tali concetti.



    Concordo sul fatto che intelligenza sia vedere le cose come stanno. Intelligenza deriva dal latino legere che significa leggere le cose del mondo.

    Più si va avanti e più ci si libera dalle costruzioni mentali che l'uomo si è creato al fine di cercare di sfuggire alla morte. Mille religioni, mille credi, nulla di effettivo ma solo basate su spiegazioni massimali al fine di sentirsi sicuri e via...


    E' talmente evidente che si tratta di costruzioni ancestrali dell'uomo. Fin da quando cadde un fulmine e l'uomo, solo e spaventato, avrà detto: qualcuno, un grande uomo, ha lanciato il suo fuoco perché io mi sono comportato male, perché l'ho irritato!

    Sensi di colpa, paura della donna e della sessualità, rituali si sono radicati attraverso la superstizione prima e le religioni poi al fine di controllare l'autodistruzione umana attraverso i suoi comportamente sconsiderati e per avere meno paura della morte.


    Svegliamoci un attimo, è tempo di andare avanti, di evolversi.


    [Modificato da misterx78 08/08/2008 12:40]