Che domandone!
Sintomi? Ma è una sorta di malattia sta felicità?
In effetti deve essere un bel modo di essere malati...
Per alcuni la felicità è un respiro. Per altri è il dolore. Chi può dire cosa sia la felicità in termini assoluti?
Certo ci sono dei canoni. Per molti la felicità sarà un momento di pausa tra una sofferenza e l'altra, per altri ancora è un sentimento che è facilmente raggiungibile, in questo caso sono pochi quelli che lo dicono e che ci riescono a raggiungerla, per altri non esiste...
Penso che la felicità sia molto soggettiva.
Cos'è che mi rende felice?
In ordine crescente...
Un buon piatto di pasta. Ma ancora di più se mangiato in compagnia della persona giusta.
La compagnia delle persone che vogliono stare con me più del luogo o della cosa che si fa in compagnia.
Quindi l'amicizia è una cosa che mi rende felice.
E l'amore. Penso che trovare l'amore sia una grande fortuna. Una grande vincita più del superenalotto. Perché l'amore ti rende libero e immortale. Perché quando fai l'amore con lei la tua vita e la sua diventano un unico soffio di esistenza. Perché vinci ogni paura. Perché uccidi il pensiero. Perché muori e rinasci ad ogni piacere che raggiungi stringendo le sue mani, come per sostenersi a vicenda prima del grande balzo, quello che fa paura, quello che viene chiamato amore.
L'essere vivo. Avere questa maledetta possibilità. Svegliarmi la mattina con l'odore scuro del caffè che ti copre col suo velluto ogni cellula del tuo corpo. Girarsi di lato e perdersi nei suoi capelli scompigliati e impedirle di metterseli a posto. Baciarla sulle palpebre ancora chiuse, sfiorandola piano piano per non farle male e per non svegliarla ancora un minuto... Ancora un secondo...
Leggere, conoscere, incontrare, viaggiare... Respirare a pieni polmoni fino a farsi male. Ridere senza motivo, saltare da un canale all'altro, andare in montagna da solo e aspettare il tramonto prima di andare in tenda. Lasciarsi cullare dalla musica creata dai versi degli animaletti del bosco durante la notte buona e dolce. Abbracciarsi a un albero e fermarsi a guardare il riflesso della Luna sul mare.
Fare l'amore dietro le barche. Andare da quella ragazza che ti guardava sempre e baciarla per sentirsi dire: "io mi sono innamorata di te.".
Andare a cavallo correre e poi coccolarlo passare la mano tra i crini, dolcemente perché gli vuoi bene.
Giocare con i cani.
Abbracciare tua madre e tuo padre e uscire insieme con loro per farsi una pizza.
Sorridere agli sconosciuti, anche sul lavoro e non per interesse ma perché gli vuoi bene a priori.
E ancora vincere una scommessa, toccare un traguardo. Saltare più in alto che puoi dicendo: "Eh che c***o, finalmente ce l'ho fatta!" e poi asciugarsi il sudore di dosso...
Fermarsi davanti a un cieco, chiudere gli occhi e cercare di vedere come lui.
E poi la musica. Lo scrivere. Di più la musica, soprattutto la musica.
Perché la musica è tutto. Perché quando ami una persona sei stordito da un concerto di suoni che investono il tuo corpo e la tua mente mai pronti. Il dolore e lo strazio di voler toccare un punto in quell'indaco del cielo, sempre troppo lontano, ma sai che dentro di te c'è qualcosa che potrebbe toccarlo. Lo sai, ma continui a rimanere sospeso. Tra il perdere te stesso, tra lo scioglierti in un mare di possenza e paura, e la limitatezza della morte.
Questa è la felicità, per me.