Vesna va veloce

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misterx78
00venerdì 26 settembre 2008 00:27






Non avevo visto questo film che risale al 1996. Devo dire che mi ha fatto male vederlo. Mi ha colpito. Perché parla di una ragazza che cerca di fuggire da una situazione di vita insignificante dal suo Paese d'origine, la Cecoslovacchia, prende con due mani tutto il coraggio che può e si dice: finalmente ce l'ho fatta, sono in Italia!
Ma presto scopre che non è l'America. Arriva a Trieste e fa la fame. Si prostituisce. Poi arriva a Rimini dove conosce un muratore comunista(Antonio Albanese) che da cliente comincia ad avere un rapporto speciale con lei. A quel punto Vesna, questo il nome della protagonista, sogna di poter fuggire da quel mondo. Ma qualcosa va storto.
'Cara Magda, io pensavo che bisognava star male solo per la malattia o per la morte non che si sta male anche per quelli a cui vuoi bene che ti fanno soffrire...', scrive all'amica, Vesna.
La scena finale è dolorosa e lascia un grande interrogativo. Non è chiarissimo, volutamente da parte del regista, cosa succede. E quindi, nel bene e nel male, in ogni caso, Vesna continua a rincorrere la voglia di essere libera ed il desiderio di stare bene. Semplicemente. Continua a lottare con tutte le sue forze.
Proprio come molti di noi che ogni giorno viviamo in un mondo che non ci piace. Con un lavoro che non ci piace. Che lottiamo contro l'ipocrisia. Che ci guardiamo allo specchio e non capiamo e non ricordiamo cosa vogliamo e cosa volevamo. Come Vesna accettiamo situazioni provvisorie in attesa del grande salto di qualità. Ci prostituiamo al migliore offerente. In attesa di uscirne. Intanto passano giorni, mesi, anni. Passa la vita correndo e confusi da quei compromessi in attesa di trovare la strada per qualcosa di meglio.
A volte, durante il film, ti viene davvero voglia di andare da una di quelle ragazze di strada e farle una carezza dolce e stringerle forte al tuo petto. Ma il gesto verrebbe frainteso. E anche se fa male dirlo: non sarebbe sincero. Non del tutto in verità. Perché siamo colpevoli tutti, uomini, donne, piccoli e grandi, chi ci va e chi non ci va. E' tutto un sistema che fa schifo. Perché anche nel nostro piccolo, col nostro modo di fare egoistico che è insito nella nostra natura, non ci rendiamo conto che stiamo rendendo schiavi noi stessi prima che gli altri.
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