libro e recensione del 18 Giu 2007
Marco Candida e la mania per l'alfabeto. Per l'alfabeto. Ma perché per l'alfabeto? Mmmh, ci ho pensato e ripensato. Poi ho concluso che se uno ha una mania se la deve tenere e se ne leggi pure va a finire che te la 'mischia' pure a te. E' questo che ho rimuginato mentre leggevo il frontespizio, mentre Marco parlava e 'baccagliava'(a Torino si usa dire così) affinché prendessimo sto benedetto libro. E gli faccio, proprio perché non trovavo la storia interessante e le borse dei libri del salone del libro(2007) erano già piene e il borsello dei denari vuoto: -te sei lavoratore precario?'. E lui- Eh già, e se non era per questo adesso...
E io: -Allora sei credibile...
Siccome 'mi piacerebbe di scrivere' tanto tanto pure a me, ma non mi sento mai all'altezza e ho paura sempre di mandare a qualcuno tutte quelle stupide storie di alieni invasori dalle fogne e di robot che sanno fare il minestrone col dadino, per solidarietà compro il testo. Per l'alfabeto. Per l'alfabeto? Cioè che se lo sogna la notte? Magari fatto di lettere colorate che lo inseguono, tipo mostri della laguna, etc. etc.. Poi guardo meglio la copertina. Tanti post-it. Eccolo quà. Glisso tra le pagine che mi fanno pure un pò d'aria mentre le sfoglio velocemente. Invece dei capitoli usa i post-it. A qualcuno piacerà. Torno a casa e mi sciroppo alcuni testi. Altri. Fino all'altro giorno e decido di leggermi questo libro così, in ogni caso, imparo qualcosa sulla scrittura. In più. In ogni caso. Leggo, leggo, leggo... E quasi quasi mi convinco che il libro sia un tentativo di usare uno stile completamente senza intreccio. Vero, un testo deve girare sul personaggio. Ma questo scrive peggio di 'un pasticciaccio brutto'... Va boh: ho iniziato e finisco. Poi il quadro, tenendo a mente sempre: -ma dove c... vuole arrivare?, incomincia a schiarirsi. Anche se è difficile trovarsi al cento per cento nella visione dello |scrittore| del libro, per chi scrive ci si ritrova |abbastanza|. Fogli e riviste, post-it e foglietti per casa, in tasca. Mi capita anche a me, penso. Quella smania di prendere appunti su tutto e tutti. Mails, link, url... Riviste, scrivere idee bizzarre, frasi e spunti di possibili storie. Tanti racconti, innumerevoli, cominciati e che non trovano l'evento. Quello drammatico. Mi ritrovo davanti ad un libro che parla della scrittura. Continua Marco, pare che non sia solo io a pensare ste cose. Ma poi mi rendo conto che le cose si mescolano tra fantasia, inventiva, delusione e aspirazione. Il registro a volte mi appare ripetitivo. Ridondante. Sono portato a domandarmi se davvero lo faccia apposta. No, non lo fa apposta. Carabattole. Lol. Ma poi, quando Savemi dice ti lascio, mi dispiace. Ed un libro non deve farti emozionare? E ci riesce, sta capitando. Savemi lascialo uno così non merita. Ma, povero, dai, se solo tu capissi che lui è sensibile, è uno che ha di più dentro e, proprio per questo, di meno. Un povero Albatros. Ma che ne sa Savemi di Albatros e di poeti maledetti? Forse è meglio così. E mi sa che pure il lavoro parte. Già. C'era d'aspettarselo. Svegliati un pò, |cazzone|. Tientele per te le tue fantasie. Come faccio io. Che tanto, il Mondo, non sa che farsene. Però, il finale(che non dico, ovviamente) mi fa tirare un bel sospiro di sollievo. Ok, bel libro. E pure grosso per essere il primo! Complimenti.
P.S. la mia tastiera è nera con i caratteri bianchi. Mi sa che i miei omini so cianotici.
Quello che vedete è un riflesso, un riflesso proiettato su una grossa pentola posizionata sopra un fornello.
Vedete riflesso Massimo Triggiani che interpreta Michele il protagonista de La mania per l'alfabeto, romanzo d'esordio di Marco Candida pubblicato da Sironi Editore.
Sullo sfondo invece vedete riflessa casa mia in un pomeriggio dell'estate 2007.
La telecamera è l'unica cosa che non vedete riflessa.
regia matteo lena
montaggio mauro sanson
suono paolo segat