Il re Salomone

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misterx78
00lunedì 27 ottobre 2008 01:45
Brano tratto dal libro: "Un insolito viaggio" di Andy Andrews, Ed. Corbaccio

Girando intorno al trono(il re Salomone, nota), si sedette e disse semplicemente: "Incominciamo".
Immediatamente la folla si gettò ai suoi piedi, e il tumulto ricominciò ai piedi del trono. Mentre cercava di raggiungere una posizione da cui vedere meglio, David(il protagonista, n.) udì le voci rabbiose di due donne.
"E' mio!" gridava una.
"No, no!" gridava l'altra. "Sei una ladra!"
David riuscì a farsi strada mentre la folla incominciava a diventare indisciplinata, e tutti si schieravano dalla parte dell'una o dell'altra donna gridando insulti.
"Silenzio", ingiunse energicamente l'uomo sul trono, e d'improvviso non si udì più una parola.
David si spostò a margine dei gradini. Riusciva a vedere bene sia le due donne sia il trono sopra di loro. Fino a quel momento, nessuno aveva notato la sua presenza. Si sentiva completamente invisibile. Vedendo nitidamente le due donne per la prima volta, David si accorse che una di loro teneva in braccio un neonato.
Tutte le persone presenti nella stanza avevano lo sguardo fisso sul trono. David si sentiva come se fosse stato l'unico a respirare. Poi, con un gesto della mano, l'uomo indicò la seconda donna, quella in piedi da sola, e disse pacatamente: "raccontami la tua storia".
La donna si inchinò e raccontò: "Vostra Maestà, questa donna e io abitiamo nella stessa casa. Poco tempo fa, nacque il mio bambino. Tre giorni dopo, nacque il suo. Non c'era nessuno con noi. La notte scorsa, mentre tutti dormivamo, lei fece cadere il suo bambino, che morì. Poi, mentre io ero ancora addormentata, venne a prendere mio figlio dal mio letto e lo portò nel suo. E mise il neonato morto accanto a me".
Un mormorìo si sparse tra la folla mentre la donna continuava: "Al mattino, quando mi svegliai per allattare mio figlio, vidi che era morto. Poi lo guardai alla luce, e capii che non era mio figlio".
"No!" gridò l'altra donna. "Era tuo figlio. Il mio bambino è vivo!"
"Il tuo bambino è morto", urlò l'altra donna che aveva raccontato la storia. "Ti sei presa il mio bambino. Mio figlio è vivo!"
David osservò le due donne che continuarono a litigare fino a quando il re alzò la mano e ancora una volta impose a tutti il silenzio. Il re guardò negli occhi, con estrema attenzione, entrambe le donne. Con tono misurato, ordinò a un attendente: "Portami la spada".
David rimase pietrificato mentre veniva fatta comparire la spada da dietro la cortina. Era lunga quasi un metro e mezzo, di lucido argento con l'impugnatura d'oro. La parte inferiore della lama era adorna di smeraldi. Il re la prese in mano, si alzò in piedi e ordinò: "Che mi sia portato il bambino. Lo taglierò in due. In tal modo, ciascuna di voi potrà averne una parte". Alzò la spada come per prepararsi a colpire.
"Vi prego, non uccidete mio figlio!" gridò la donna che stava in piedi da sola. "Vostra Maestà, dateglielo, ma non uccidetelo!"
"Continuate, e tagliatelo a metà", ringhiò l'altra donna spingendo il neonato verso il re. "Così nessuna di noi avrà il bambino."
Il sovrano replicò in tono misurato: "Non farò del male a questo bambino. Non ho mai avuto intenzione di fargliene". Indicò la donna che era in ginocchio e piangeva. "Datele il bambino", ordinò. "E' lei la madre."
Mentre le lacrime di dolore della donna si trasformavano in lacrime di gioia, il neonato le fu messo tra le braccia, e la folla applaudì.
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