Fog

Vado a trovare alcuni parenti. Gli indico un punto sotto il televisore nero dicendogli che dovrebbero comprare un videoregistratore, perché in casa non ne hanno uno, nonostante abbiano un mobile pieno di bei film in VHS ed originali. Magari potrei farlo io, dico.
Mi ritrovo sul treno. Intravedo mio padre che cammina per il corridoio. Spengo la luce e mi corico nella cuccetta più altra. C'è una signora nello scompartimento che sta mettendo a posto dei bagagli e si accinge a coricarsi anche lei nella cuccetta di fronte alla mia.



Poi mi ritrovo in auto a svoltare in una curva piena di macchine e che si fermano tutte. I conducenti mi lasciano e mi pregano di passare facendomi cenni amichevoli con le mani e sorridendo.
Mi ritrovo, subito dopo e a piedi, in un posto pieno di nebbia. Ma non ho paura e penso: la luce sono io. Infatti tutta la nebbia si dirada intorno a me ma le strade sono deserte.



Penso che è perché c'è troppa nebbia in giro e ritorno a casa. Solo che lo stabile ha una struttua esterna simile all'originale ma un pò differente. Entro dentro e sento dei rumori. Cerco nelle stanze, ma non c'è nessuno. Ad un certo punto mi volto e noto delle mani che spuntano, da poco sopra i gomiti, dal pavimento del salone e si agitano verso il soffitto.
Mi ritrovo a letto solo che questo incomincia a roteare su sè stesso, come una trottola, il cui centro pare essere il mio ombelico. Solo allora noto della gente sulla porta della stanza che mi osserva. Gente che mi pare di conoscere, ma non ne sono sicuro. Solo quando li guardo mi sorridono e mi puntano fisso negli occhi.