Che pioggia!

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misterx78
00domenica 8 giugno 2008 06:56
Siamo sul luogo di lavoro. Io e un mio collega. E' notte. Stiamo facendo il turno insieme. Ma la stanza dove siamo, perfettamente identica a quella della realtà, è molto scura. E' mancata la corrente. Ha cominciato a piovere in un modo inaudito. Il cielo è nero. All'esterno è tutto buio pesto. Si vedono i rami degli alberi che saltano, le cime ondeggiare sotto il vento e la bufera. C'è un rumore orrendo del vento impetuoso. Sembra il finimondo ed è davvero inquietante.
Io chiedo al mio collega: ma che cavolo sta succedendo?
E lui: non lo so! E' una tempesta!
Continua a piovere e aumenta a tuto andare. L'acqua riempe tutto! E' veloce!
Allora penso: se sto sognando dovrei essere a casa nel mio letto!
In un secondo vedo me stesso come dall'esterno addormentato nel mio letto. Come se fossi un'altra persona vicino al mio letto che guarda sè stesso. Mi sento quella persona. Osservo le mie braccia azzure e trasparenti e poi riguardo verso l'altro me stesso addormentato sul letto. Osservo la stanza è ed proprio reale come se fossi sveglio.
- Niente, penso, è quello che quegli idioti chiamano(chiamerebbero) viaggio astrale.(Pensando: mentre in realtà è solo un sogno intensissimo.).
Infatti osservo la fessura sotto la porta e a conferma che si tratta di un sogno molto intenso, ma sempre solo un sogno, comincia a filtrare acqua da sotto e penso.
- In questo sogno piove tantissimo!!!
Penso che dovrei ritornare a cosa stava succedendo di là e seguire il sogno. Penso all'idea che significhi qualcosa ed è meglio lasciarlo fluire.
Così mi ritrovo esattamente nel punto di prima ad osservare, al lavoro, la pioggia intensa. Il mio collega, che come prima è vestito con un completo scuro e con cravatta e camicia chiara mi fissa e fa una smorfia a dire: e che ci posso fare io(che piove così e di sto casino?).
Anche lì l'acqua comincia a flitrare dal portone esterno. Si sta allagando tutto! Il livello continua a salire. L'acqua entra pian piano ma inesorabile. E' un'acqua molto trasparente. Noto che la sua densità deve essere minima in quanto il fenomeno della rifrazione è inesistente guardando le cose al suo fondo.
Io e il mio collega decidiamo di fuggire prima di affogare là dentro. Non riusciamo più a trovare le auto, è tutto sommerso. Ci arrampichiamo su delle strutture metalliche che forse erano dei tralicci crollati sotto la bufera. Per fortuna pare non esserci attività elettrica. Poi riusciamo ad arrivare in un posto che non esiste nella mia città. Sembra di essere in qualche enorme città americana anche se so di essere nella mia città. E' un luogo posto molto in alto. E non è sommerso d'acqua. C'è uno spazio lunghissimo tra due colline di terra all'interno delle quali, in basso, c'è la ferrovia. Io e il mio collega ci arriviamo in volo e ci appropiamo di un carrello che si trova sui binari. Il cielo è un pochino più chiaro ma è sempre notte fonda.
- Che ore sono?
Mi chiede il mio collega.
- Le 5 di notte e stiamo dormendo.
Poi mentalmente sottolineo il fatto a me stesso che 'sto' dormendo.
Comincio a muovere su e giù la leva del carrello e ci spostiamo. Ma ci raggiungono 4 treni di cui tre sulla fiancata hanno delle scritte in nero stilizzato ma ben visibili:
Ely 1421, Eliah 2124 e Stol 0122. L'ultimo, Stol, per poco non ci investe perché gli scambi si azionano automaticamente e anche se il treno va piano per non investirci ci manca poco... A quel punto gli faccio segno con la mano come a dire: eh vai!!!
E quello aumenta velocità e ci sorpassa. Mi rendo conto che sono solo locomotori. E noto anche che le prospettive sono sballate: io e il mio collega sopra il carrello sfioriamo i tralicci della corrente ed il treno mi sembra molto più piccolo di noi.
Arriviamo in un luogo in centro città che non esiste nella realtà. Scendiamo dal carrello e ci avviamo per le strade deserte e umide. Osservo l'intensità delle immagini che vedo e sembra tutto molto reale. Sento l'odore di ozono che si crea dopo la pioggia. Il profumo di pulito della terra... E' tutto così gustoso. Mi concentro sulle gocce sul manto stradale e mi colpisce la morbidezza luminosa che riflette tutto nell'acqua contro quella superficie nera e granulosa fatta di asfalto. Il luogo e le strade sono deserte. Nè auto nè persone. Ma le insegne lampeggiamo. Ce n'è una che osservo a lungo. E ripeto più volte cosa c'è scritto: Aventusburger!
E' una scritta rossa con grossi bordi bianchi che lampeggia perché rotta. Dovrebbe essere una luce fissa. Si trova sul tetto di uno stabile al pian terreno ed è un'insegna molto grande. Spio all'interno e noto sedili e sgabelli moto alti con il sedile marrone in pelle e il corpo metallico. Naturalmente non c'è nessuno ed è piuttosto buio. Le luci sono spente.
- Allora?
Mi urla dall'altro lato della strada il mio amico. E io, senza girarmi, osservandolo attraverso la nuca, lo vedo che mi sta fissando e va su e giù sul terreno per una trentina di centimentri dal suolo... molto lentamente...
- Sto ripetendo Aventusburger perché così me lo ricordo.
Cioè me lo sarei ricordato al risveglio.
Poi entriamo in quella che sembra essere una pensione-hotel. Il portone è di un legno malconcio, sporco ed è sicuramente uno stabile abbastanza vecchio. Suoniamo e ci aprono. Passiamo alla reception. Osservo bene tutta la stanza buia. Al centro in fondo c'è un banco circolare sul quale ci sono alcuni oggetti vari, numerosi, tra cui spiccano una lampada da studio col manico dorato e la lampadina a neon minuscola. Noto un registro. Di lato un salottino composto di tre sedie di vimini, una poltrona rossiccia e altre due poltrone, questa volta biposto ma molto usurate e di un rosso più sbiadito della monoposto. C'è un piccolo tavolino di vimini e sotto una serie di riviste tutte stropicciate e disordinate. Sembrano macchiate di pece nera. Alle pareti noto una carta di parati a strisce e di colore grigio chiaro. Ma non c'è nessuno.
- Hanno detto di prendere la chiave.
Mi fa il collega e andiamo in una camera. Ci sono due letti. Io mi prendo quello a centro stanza. Di fronte c'è un armadio di quelli scolastici senza maniglie e solo con una fessura metallica scura, molto piccola e di forma ogivale, con la chiavetta inserita. Sulla mia destra c'è il comodino con una lampada che mentre la guardo scompare. E' come una sfera luminescente ma non riesco a trovare l'interruttore per spegnerla. Anche quando scompare la luminosità della stanza non varia.
Poi in fondo a sinistra, la stanza non è enorme, osservo il mio collega preoccupato che sta a tenersi le gambe contro il petto sul letto con tutte le scarpe nere di cuoio.
Poi si alza e va verso il mio comodino. Al posto della abajour c'è ora un telefono di quelli vecchi grigi con il disco numerico. Osservo tutti i numeri dallo 0 al 9. E' il telefono che aveva in casa mia nonna e nel quale spesso infilavo le dita per giocare. Ero piccolossimo. Noto anche l'usura e le strisce scure create dal movimento del disco. Mi concentro sul 9 e noto che si rovescia spesso finchè gli impongo di non muoversi più e quello rimane fisso sotto il disco. Il mio collega impugna la cornetta e fa il numero del nostro lavoro. Le risponde la capa che ci rimprovera perché ce ne siamo andati. E poi mi passa la cornetta.
- Vuole parlare con te.
Incomincia a urlare ma io mi incavolo più di lei!
- Come, le dico, sta dormendo proprio nella stanza accanto e non si è accorta dell'alluvione???
E la vedo in quella stanza molto stretta, dove c'è giusto il letto e il comodino e uno sgabellino. Solo che non è il mio capo ma una suora, che nel sogno è il mio capo, che conoscevo da ragazzino. Indossa anche l'abito grigio.
Poi le 'faccio vedere' la scena. In particolare il momento in cui lotto con dei cavi elettrici con i quali rischio di folgorarmi nell'acqua.
Poi le dico: e che c***o ma lei, come al solito, non capisce un c***o!
Urlando come un ossesso.
Poi mi sento come trascinato nello spazio. E la mia testa sbuca nella stanza dove dormo e osservo la bocca spalancata dell'altro me stesso che dorme. Sono le 05.17 sento.
- Rientro dopo! Non ci scassare pure te!
Urlo. Nel mentre che mi giro, quasi sbatto contro la figura di un tizio stranissimo. Ha una barba lunga che calpesta con i piedi. E' alto più o meno quanto me ed è seduto su uno spigolo di un mobile. Lo osservo senza fiatare. Ha un vestito leggero. Sembra una vestaglia quasi cinese, di colore azzurro, celeste, non so definirlo. Noto dei disegni quasi in rilievo di draghi chiari e longitudinali. Le scarpe sono estive, tipo mocassini, di tessuto nero e la pianta bianca. Ha il collo molto svasato che fa intravedere un petto che sembra emanare una certa luminescenza. Poi mi concentro sul viso. E' molto rotondo. Gli occhi sono grandi e l'iride è nerissima. E' stempiato e il capelli bianchi grezzi e la barba incorniciano il viso occultando le orecchie. Di colpo incrocia le braccia ma non parla.
Poi gli dico: eh?
E lui non risponde.
Poi gli dico: ma chi sei?
E lui: mi vedi vecchio?
Voglio vederti! Dico io, nel senso: voglio vedere la tua vera forma.
Allora incomincio a sentire un rumore metallico intenso e stridente, come quando sei su un treno che senti stridere sui binari in curva. E la sua forma cambia aspetto, come se si sciogliesse e lanciando una serie di piccoli lampi luminosi come delle saette gialle. Queste investono il mio corpo e mi sento pungere la pelle.
Si rivela essere una specie di massa blu. Luminosa al suo interno per il verso trasversale.
Non ha viso nè occhi.
Io gli faccio: cosa vuoi?
E a lui si formano tre piccole fessure nella parte alta di quella massa a figurare due occhi con due piccoli buchi e una fessura orrizzontale, come un piccolo spacco, per la bocca. Comincia a muovere quella bocca e il suono sembra provenire da lontanissimo, come in una caverna. Sono dei suoi acuti di cui capisco poco. E' un misto tra sanscrito e latino. Capisco che sta parlando e mischiando, forse, le due lingue ma, obiettivamente non capisco niente. Mi sembra di capire una parola di sfuggita: Aventus.
O forse: Avventus.
A quel punto sento una sensazione strana. Come di pressione sul mio corpo e noto come un filo per aria che mi avvolge. Un filo grigio simile ad uno spago ma quasi di plastica. Allora spio dalla finestra e osservo la strada sotto casa. Identica alla realtà. L'essere bluastro gira 'la testa' verso di me. Mi ricorda quasi una razza strana. Poi guardo nel cielo attraverso la finestra e noto altri essere bluastri che volano in massa.
Infine mi sento come minacciato da quell'essere che mi si fa vicino questa volta in piedi di fronte a me. Ora è molto più alto e mi fa quasi paura. Vorrebbe avvolgermi e sento che preme sul mio corpo. Non vedo più nulla ma mi scatta una rabbia tremenda, una reazione ed è come se esplodessi dalle braccia una forza, una luce chiara che lo sbatte contro l'armadio. Con l'occhio noto l'altro me stesso che sobbalza leggermente nel letto e bofonchia qualcosa. Poi l'essere blu mi ritorna vicino e sembra dirmi: ora ti spavento io!
E si trasforma in un attimo assumendo un viso mostruoso. Quasi di un vecchio, di un teschio. Obiettivamente raccapricciante.
Ma non mi scompone. E gli faccio quasi un sorrisetto.
Poi sono io che gli faccio una faccia. Divento per qualche secondo enorme fisicamente e so di fargli una faccia spaventosa, di essermi trasformato. Il suo volto è bianco, livido, illuminato da una luce chiara che emana il mio corpo, è tornato il vecchietto di prima ma è terrorizzato mentre fissa i miei occhi. Comincia a correre verso la porta e dopo un secondo sembra scomparso.
Osservo di nuovo l'altro me stesso addormentato e che sta girato sulla pancia. La mano sinistra sembra grattare leggermente e lentamente le lenzuola. Sento che 'mi dice': torna!
Allora con la punta trasparente e luminosa della mano sinistra sfioro la mano sinistra dell'altro me stesso e mi sento come se fossi un liquido aspirato attraverso una cannuccia. Non vedo nulla per qualche secondo. Poi apro gli occhi. Mi sento un pò frastornato e per qualche attimo ho l'impressione che sia stato tutto reale. Poi mi sveglio meglio e appunto il sogno.
BCTTI
00venerdì 13 giugno 2008 02:48
Caspita !
Caspita che sogno straordinario!
Devi avere nella vita di tutti i giorni una memoria fotografica eccezionale per riuscire a ricordare così bene i particolari dei tuoi sogni,addirittura ricordare lettere e numeri,a me capita ma raramente... [SM=g7132]
Sinceramente però devo farti i miei complimenti perchè credo di non essere mai ma mai riuscita ad avere una padronanza tale ,nei miei sogni, da riuscire a spaventare qualsiasi mostro,qualsiasi essere che fosse venuto per offendere,al massimo ed era una grande vittoria credimi,sono riuscita a non spaventarmi,a restare impassibile [SM=g7131]
L'impressione che mi da questo tuo sogno è che qualcosa ti spinga al di fuori [SM=g7141].
E' infatti l'acqua che ti porta fuori dal tuo luogo di lavoro ed è un acqua strana...l'acqua è simbolo del piano spirituale a parer mio,poi per come la descrivi sembra proprio di natura interessante...
Quindi una parte di te più spirituale desidera che tu metta in secondo piano il tuo lavoro,la tua vita pratica,per portarti in un luogo diverso.
E' un luogo che tu conosci ma che forse non hai mai frequentato troppo e come se tu avessi l'idea di essere in ritardo:esplori la città ed è tutto chiuso e non c'è nessuno,non è l'ora giusta per "vivere"quel luogo...però prendi una stanza..quindi forse non sei in ritardo ,magari sei in anticipo [SM=g7136]o forse in perfetto orario per ripassare,comprendere ed attendere..
Quei nomi,quei numeri?li hai cercati?Danno l'idea di avere un senso... [SM=g7141]
misterx78
00sabato 14 giugno 2008 06:21
Re: Caspita !

Eh BCTTI, è un sogno intricato. Ne faccio spessissimo di questo tipo. Diciamo che ricordare i sogni è frutto di allenamento specifico che ho sviluppato negli anni. Parte tutto da imparare a ricordare il sogno appena fatto. E poi, col tempo, si riesce anche a rendersi conto che si sta sognando. E anche a pilotare il proprio sogno.

Mi piace molto il tuo commento in quanto ci trovo parecchi spunti di riflessione...

Vediamo...

Mi dici che qualcosa mi spinge al di fuori, come l'acqua. In effetti l'acqua rappresenta un elemento di purificazione, di pulizia di quello che abbiamo dentro. In effetti riuscire ad andare oltre nel mio lavoro sarebbe una cosa buona. Non è il lavoro consono alle mie aspettative. Purtroppo, quanti hanno la fortuna di fare un lavoro adatto a sè? Ma, intanto, bisogna pur lavorare... Sicuramente c'è il desiderio di cercare qualcos'altro... Chissà, si vedrà!

Indichi una ricera spirituale... Chissà. Nel passato ero molto preso da quel mondo. Forse, nel mio inconscio, il raffronto tra questa quotidianeità e quei trascorsi stona un pò...


Non ho cercato quei nomi e quei numeri... Forse dovrei provare con un motore di ricerca.
BCTTI
00domenica 15 giugno 2008 12:53
beh dai è bellissimo l'avventum cafè [SM=g7121] e la suora che dorme nella stanza accanto e non si è accorta di niente [SM=g7120]
Ma mi spieghi come hai fatto ad esercitarti per ricordare i sogni?
Ci sono volte che mi sveglio pensando:caspita era importante!
Ma non c'è verso.. [SM=g7139]
misterx78
00martedì 17 giugno 2008 23:48
Beh è un pò lunga la cosa. Devo aprire un topic apparte. Appena ho un pò di tempo scrivo qualcosa.

Intanto perché non lascia un quaderno o un taccuino sul comodino e cerchi, appena ti svegli, di annotare i sogni, almeno le scene più importanti, dargli un titolo, etc?
BCTTI
00giovedì 19 giugno 2008 01:08
beh per il quadernetto ci ho provato per un periodo ma ora come ora non è questo il problema ... se appena aperti gli occhi ne ricordo qualcosa,non lo dimentico mi resta stampato in testa e pensandoci ne ricordo anche i particolari,ma se non lo ricordo non c'è modo di ritirarmelo fuori...uffa [SM=g8014]
misterx78
00venerdì 20 giugno 2008 01:31
L'oblio è anche utile, comunque. A volte si sognano cose spiacevoli oppure, durante il sogno, si possono rivivere dei ricordi che ci hanno fatto soffrire e che non accettiamo a livello cosciente.
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