Sergej Esenin
Arrivederci, amico mio, arrivederci,
tu sei nel mio cuore.
Una predestinata separazione
un futuro incontro promette.
Arrivederci amico mio,
senza strette di mano e parole,
non rattristarti e niente
malinconia sulle ciglia:
morire in questa vita non è nuovo,
ma più nuovo non è nemmeno vivere.
Il trentenne poeta russo Sergej Esenin scrisse col sangue delle proprie vene questa sua ultima poesia sul muro di un albergo del 1925. Era uno slavista.