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Maiuscolo e minuscolo

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2010 11:44
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Utente Gold
08/02/2010 11:44

Da Wikipedia
Il maiuscolo e il minuscolo

Usate il maiuscolo il meno possibile e, una volta deciso quali parole vanno con l'iniziale maiuscola, è importante comunque conservare un criterio omogeneo. Non scrivete MAI (mai) parole con tutte le lettere maiuscole.[1] Usate invece le maiuscole attenendovi alle seguenti indicazioni:
• Usate solo l'iniziale maiuscola per iniziare un periodo dopo un punto fermo, un punto interrogativo e un punto esclamativo.
• La regola fondamentale è che vanno in maiuscolo solo i nomi propri di persone o di animali e i termini geografici (es. America, Europa, Monviso). Nei nomi geografici composti il nome comune andrà in minuscolo e il nome proprio andrà in maiuscolo (es. mar Mediterraneo, monte Amiata, monte Subasio, lago Trasimeno), tranne nel caso in cui il nome comune sia parte integrante del nome proprio (es. Palazzo Madama, Teatro alla Scala); un caso particolare di questa regola sono i nomi formati da un sostantivo (spesso generico) e un aggettivo che rende il composto un nome proprio (es. Monte Bianco, Medio Oriente, Monte Rosa); nelle entità geopolitiche il cui nome è composto, prendono la maiuscola tutti i nomi, sostantivi e aggettivi (es. Stati Uniti d'America, Regno Unito, Gran Bretagna, Repubblica d'Irlanda; ma Unione europea).
• Sono nomi propri i nomi di epoche, avvenimenti di grande importanza, secoli (se scritti in lettere), i periodi storici e i movimenti letterari, artistici e filosofici diventati antonomastici (es. Novecento, Rivoluzione francese, il Medioevo, il Rinascimento, la Riforma protestante, l'Umanesimo), generalmente per distinguerli da possibili omonimi generici o comunque per entificazione (cfr. sotto).
• «Quando una parola o una sequenza di parole indicano non un concetto, ma un individuo, un ente concreto e unico» si considerano nomi propri e vanno scritti con la maiuscola. Il criterio fondamentale per individuare un'entificazione è la necessità del maiuscolo per distinguere un oggetto particolare da uno generico (ad esempio, la Camera). Qualora una maiuscola non sia necessaria per evitare confusioni (ad esempio, prima guerra mondiale), è da preferire la minuscola; per uniformità, tale regola è prescrittiva nella nomenclatura di voci, categorie ecc.; solo indicativa per il testo delle voci.
• Nei nomi propri costituiti da più parole, vale la regola generale che solo la prima parola va in maiuscolo.
o Il maiuscolo passa necessariamente alla seconda parola se la prima è un articolo (o eventualmente una preposizione) ed è stata sostituita o inglobata in una preposizione della frase (ad esempio: I promessi sposi, «nei Promessi sposi»; Alla ricerca del tempo perduto, «nella Ricerca del tempo perduto»); talvolta passa o si estende al primo sostantivo (La Stampa, la Repubblica).
o Altre parole mantengono il maiuscolo se lo richiedono di per sé (ad esempio, Senato della Repubblica).
o Conservano il maiuscolo tutte le parole di sigle e acronimi sciolti (cioè, la scrittura per esteso di una sigla tanto nota e usata da essere preminente rispetto alla forma estesa): il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), la Banca Nazionale del Lavoro (BNL), l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), il Partito Comunista Italiano (PCI).
o La regola generale vale in tutti gli altri casi:
 Enti, istituzioni e organizzazioni di qualsivoglia genere: Chiesa cattolica, Camera dei deputati, Consiglio dei ministri, Corte dei conti, Museo archeologico nazionale delle Marche.
 Facoltà, dipartimenti, istituti universitari e similari prendono la maiuscola; nel caso la denominazione sia del tipo nome + aggettivo, l'aggettivo non prende la maiuscola: Facoltà di Scienze politiche, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Ingegneria strutturale e del territorio. In questi esempi, Facoltà prende la maiuscola perché prima parola di un nome proprio, mentre in Scienze politiche il termine che contraddistingue la facoltà è Scienze, e politiche è aggettivo che lo specifica. Altro esempio: Università degli Studi; nella fattispecie, Studi non si riferisce all'atto di studiare ma alla antica denominazione di Studium che indicava un corpo di studenti e insegnanti, quello che ora si indica come Facoltà (lo studium fiorentino = l'Università di Firenze), quindi Università degli Studi viene a significare "L'insieme delle facoltà".
 Titoli di libri e periodici: Orgoglio e pregiudizio, Delitto e castigo, La Stampa, Corriere della sera, L'Unione sarda, Il Sole 24 ore).
• Nei nomi di palazzi, teatri, locali pubblici il nome comune va in minuscolo e quello proprio in maiuscolo (es. palazzo Trinci, palazzo dei Priori, teatro Mancinelli) tranne nel caso in cui il nome comune sia parte integrante del nome proprio (es. Palazzo Madama, Teatro alla Scala); un caso particolare di questa regola sono i nomi formati da un sostantivo (spesso generico) e un aggettivo che rende il composto un nome proprio (es. Cappella Sistina, Mole Antonelliana, Ospedale Maggiore).
• I nomi di vie cittadine, strade, piazze, e in generale delle vie di comunicazione, devono avere sempre la parte generica in minuscolo e quella particolare in maiuscolo. Ad esempio: via Roma, piazza del Mercato, autostrada del Sole, strada statale Appia, strada statale 1 Aurelia, ferrovia Circumvesuviana. Solo gli acronimi vanno scritti in maiuscolo: SS 1 Aurelia. Anche per i trattati il minuscolo è preferibile: trattato di Versailles, trattato di Saint-Germain.
• Santo, santa: vanno in maiuscolo quando fanno parte del nome proprio di una chiesa, località, via (es. "Nella chiesa di Santa Caterina", "Le torri di San Gimignano", "Abito in via San Filippo"). In tutti gli altri casi va in minuscolo, anche quando indica la festa (es. "La festa del patrono san Costanzo", "Nella liturgia di santa Scolastica"). In ogni caso mai sostituire la parola san, santo, santa, con "s.".
• Chiesa: va sempre minuscolo tranne quando indica la comunità dei credenti (es.: le Chiese cristiane). Se si riferisce a un edificio va in minuscolo (es. "chiesa di San Pietro"). Per analogia vanno sempre in minuscolo anche tutti i sostantivi simili (basilica, abbazia, santuario, cappella...)
• Stato/Stati: va sempre in maiuscolo quando è inteso nel senso di comunità politica dotata di potere sovrano, se è necessario per distinguere l'ente da altre accezioni del sostantivo.
• I punti cardinali quando indicano realtà geografiche o politiche e sono quindi nomi propri (es.: il Sud dell'Italia, gli stati dell'Est).
• I nomi dei corpi celesti (es. la Terra, la Luna). Le parole terra, luna e sole vanno invece minuscole quando non rappresentano realtà astronomiche.
• I nomi dei segni zodiacali (es. il Sagittario, lo Scorpione).
• I nomi di festività civili o religiose, anche composte (es. Natale, Capodanno, Primo Maggio).
• Le sigle e gli acronimi vanno generalmente scritti tutti maiuscoli, senza punti di separazione (es. FAO, USA e CGIL: non F.A.O., U.S.A. e C.G.I.L., anche se quest'ultimo uso era prevalente un tempo per le sigle che non sono acronimi, le cui lettere cioè sono lette distintamente). Per termini assimilati nel linguaggio comune, questi possono essere scritti con la sola iniziale maiuscola nel caso di denominazioni proprie (Fiat, Saab ecc.) e completamente in minuscolo in caso di denominazioni divenute comuni (laser, radar).
• Nomi di specifiche unità o organizzazioni militari vanno scritti in maiuscolo (Regia Marina, Brigata Sassari, Unità 731). L'eventuale nome proprio di un reparto può essere scritto in corsivo (es: Brigata Alpina Julia).
• La parola Costituzione nel senso astratto entificato di fonte normativa del diritto va sempre in maiuscolo; non così nell'uso generico: es. la Costituzione italiana, secondo la Costituzione francese della Quinta repubblica, ma tutti i paesi dotati di costituzione scritta.


Minuscolo [modifica]
• Vanno evitate le maiuscole di rispetto o riverenza che, quindi, vanno sempre in minuscolo (es. messa, comunione, celebrazione eucaristica, celebrazione liturgica, liturgia, confessione, matrimonio, ordinazione sacerdotale).
• Vanno sempre in minuscolo quando sono generici o in presenza del nome proprio: titoli congiunti a cariche ricoperte in vita come titoli di dignità, ecclesiastici, nobiliari, militari, cavallereschi e di ufficio; cariche pubbliche, politiche, accademiche, scolastiche, professionali e militari, autorità (es. re, principe, conte, duca, dottore, avvocato, colonnello, generale, don, monsignore, fra, suor, padre, vescovo, cardinale, papa, assessore, deputato, senatore, primo ministro, professore – quest'ultimo in generale va omesso se c'è il nome, o si indicano eventuali titoli accademici o politici); titoli e appellativi onorifici o di rispetto (anche religiosi) attribuiti alla persona (cavaliere, commendatore, beato, santo). Si può usare il maiuscolo solo quando il titolo sostituisce il nome (es. papa Giovanni Paolo II, granduca del Lussemburgo, re d'Italia; ma: Il Papa ha ricevuto in udienza, il Re dovette subito affrontare la questione del referendum istituzionale fra monarchia e repubblica). Vanno invece in maiuscolo i predicati, anche quando non siano nomi propri di località: conte di Cavour, principe di Lampedusa, duca della Vittoria.
• Scuola elementare, scuola media, scuola superiore, parlamento, governo, ministero, camera, senato, giunta regionale, consiglio regionale, repubblica, regione, università, facoltà, ateneo, quando usate in modo generico, non come nomi propri: es. l'Università di Perugia (specifico) contiene numerose facoltà (generico) umanistiche. Caratteristica storica dell'ateneo (generico) è la presenza di moltissimi studenti stranieri; studio all'università di Milano. Ma: Sono iscritto all'Università degli Studi di Milano (nome proprio).
• I nomi di settori, reparti, uffici o aziende (es. direzione del personale, direzione generale).
• I nomi di fonti normative (es. legge, decreto legge, codice civile, direttiva, circolare, regolamento)
• I nomi di popoli, tribù e adepti di confessioni religiose (es. italiani, francesi, asiatici, africani, cristiani, buddhisti). Vanno in maiuscolo solo i nomi dei popoli antichi che non abbiano funzione d'aggettivo e vadano distinti da quelli moderni che li continuano o da altri nomi (Romani, Greci, Persiani, Egizi ecc.); per convenzione vale lo stesso per tutti i popoli storici (Unni, Longobardi).
• I nomi dei punti cardinali, quando non indicano nomi propri (es. Milano è situata circa 120 km a nord-est di Torino).
• N.B.: nel dubbio tra maiuscolo e minuscolo prevale il secondo.
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