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Principi della psicoanalisi freudiana: forze contrapposte, rimozione, istinto

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2010 10:02
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08/02/2010 10:02

A proposito di Eros, Thanatos e masochismo secondo Frued e di "al di là del principio del piacere" mi sono ventute in mente le seguenti riflessioni.
Il masochismo secondo Freud è un tema difficile!
Due note introduttive, semplici per intenderci sui termini.
La psicoanalisi è nata nel 1893, quando Breuer raccontò a Freud il caso di Anna O., definita isterica, oggi diremo psicotica. Nacque in Freud l’idea che alla base della patologia con sintomi fisici ed emotivi ci fosse un conflitto psichico. Quest’idea era estranea alla medicina di allora, era rivoluzionaria. L’esplorazione del conflitto tra forze contrapposte è l’essenza della psicoanalisi. L’altro cardine della psicoanalisi è il concetto di rimozione, uno dei modi in cui questo conflitto viene – non risolto – ma trattato dalla mente. Freud lo ritiene uno dei meccanismi di difesa inconsci (concetto che viene ereditato e poi sviluppato dalla figlia Anna). La rimozione per Freud ha uno statuto speciale. Egli scrive più o meno al proposito: “Se ci fosse un libro non ancora dato alle stampe sgradito alla gerarchia dominante non verrebbe pubblicato; ma se la stampa non fosse stata ancora inventata, le parti sgradite sarebbero cancellate come facevano gli amanuensi che dipingevano sopra al testo per nasconderlo” Lo stesso vale per la rimozione: le parti sgradite vengono nascoste, rimangono inconsce.

L’altro concetto fondamentale è quello d’istinto. E’ una traduzione sbagliata di Trieb, sarebbe meglio dire pulsione perché istinto è troppo legato al biologico, alle caratteristiche filogenetiche. Non è escluso che una parte di questo ci sia nella pulsione, ma nel concetto di pulsione rientra anche una spinta all’azione (desiderio, aspettative, bisogno, ecc.) a metà strada tra corporeo e psicologico.
L’osservazione empirica della patologia è un misto di psiche e corpo.
Il conflitto di base tra forze opposte, per Freud, è il conflitto tra pulsioni di vita (Eros)* e pulsioni di morte (Thanatos)**. Freud diceva che queste pulsioni non le possiamo vedere attraverso gli organi di senso, perciò non è possibile né provarle, né confutarle. Noi vediamo atti, paure, pensieri, sentimenti e cerchiamo principi che spieghino questi comportamenti. I principi per Freud sono le pulsioni, queste sono astrazioni, modi di organizzare le spiegazioni dei fenomeni osservati.
I disturbi isterici, disse Freud, sono frutto di un conflitto. Il primo conflitto da lui pensato era tra e pulsioni sessuali e le pulsioni di autoconservazione (tra amore e fame – oggi diremo tra bisogni erotici e sicurezza). Una parte delle pulsioni era soggetta a rimozione. All’inizio sembrò a Freud che fossero le pulsioni sessuali quelle soggette a rimozione. Ma in seguito si rese conto che l’Io stesso poteva essere oggetto di pulsioni sessuali (Io narciso). Pensò allora che il conflitto potesse nascere tra pulsioni sessuali e pulsioni aggressive. Ma anche questo costrutto non resse quando osservò il masochismo, in cui le pulsioni sessuali e aggressive sono mescolate. Quindi pensò al conflitto tra Eros e Thanatos.
Se nella prima visione sono soggette a rimozione le pulsioni sessuali, nell’ultima sono l’aggressività e la distruttività a venire rimosse. Impulso distruttivo e pulsione di morte: sono concetti complessi. Pochi psicoanalisti accettano l’idea della pulsione di morte, o istinto o meglio impulso distruttivo. Come nasce? E’ connaturato alla natura umana o acquisito?

Quando Freud parla di istinto di morte si riferisce a tre caratteristiche:

1) la natura biologica: all’inizio lo descrisse come l’inesorabile ritorno della materia alla quiete inorganica. Aggiustò poi il tiro: il piacere viene soddisfatto e così muore. In seguito affermò che esiste un piacere di natura diversa, che non si esaurisce nell’appagamento, ma si esplica nel ripetere nel tempo con altri fini. Passò quindi da una concezione energetica, quantitativa, ad una concezione qualitativa.

2) la coazione a ripetere: vedi sue considerazioni sull’osservazione del gioco del rocchetto, delle nevrosi post traumatiche, dei sogni.

3) il masochismo

Le riflessioni di Freud sul masochismo si sviluppano tra il 1919 e il 1924.
Un bambino viene picchiato (1919)
Al di là del principio del piacere (1921)
Il principio economico del masochismo (1924)
Seguono "Analisi terminabile e interminabile" e "Il disagio della civiltà"

Freud è ben consapevole del salto tra osservazione empirica e metapsicologia. La coerenza della teoria sta nel numero di volte in cui ci si discosta dall’osservazione clinica e alla luce di questa distanza si ripensa all’osservazione clinica.

L’istinto di morte si vede dunque nel masochismo e dice anche Freud nella reazione terapeutica negativa, quando cioè il paziente reagisce male al progresso della cura (p.e. si riesce a svelare un contenuto dell’Es o un meccanismo di difesa). La reazione terapeutica negativa è la resistenza. Il paziente smette di collaborare. Può portare all’interruzione o alla in terminabilità della terapia.
Il paziente reagisce male perché si è toccato il materiale inconscio e avverte il cambiamento come pericolo.
Antefatto a “un bambino viene picchiato”: 1914 “l’uomo dei lupi” è in questo scritto che Freud parlò per la prima volta di reazione terapeutica negativa (transitoria). Era emerso un episodio dell’infanzia del paziente il quale in seguito ad un rimprovero si mise a tagliuzzare i bruchi. Freud attribuì allora quest’aggressività ad un tratto del carattere.
Quando scrisse “un bambino viene picchiato” Freud si trovava a Vienna nel periodo storico e politico molto critico del dopoguerra. Aveva 63 anni. In questo scritto si occupa della perversione in modo assolutamente nuovo.
Nel 1922 scrive l’Io e l’Es, che comporta un cambiamento nella tecnica psicoanalitica. L’ansia che prima viene concepita come trasformazione della libido frustrata viene ora concepita come segnale d’allarme. Si passa quindi dalla ricerca dei fatti storici alla ricerca delle intenzioni (della realtà psichica).
In questo nuovo contesto, 10 anni dopo “l’uomo dei lupi” e “un bambino viene picchiato”, Freud dice che ci sono persone che reagiscono ai progressi della terapia con una recrudescenza dei sintomi. Quindi è più forte il bisogno di malattia che quello di guarigione. E si chiede perché.
Nel “Principio economico del masochismo” trova la spiegazione nel senso di colpa.
Questo ultimo scritto è l’evoluzione di “Un bambino viene picchiato”, essi si completano a vicenda.
Le fantasie di percosse, le resistenze, il masochismo sono tutte manifestazioni dell’impulso di morte. Trovare la soluzione del problema appariva difficile. Alla fine Frud ci lascia una visione pessimistica della natura umana.
In “Un bambino viene picchiato” Freud aveva già detto che il masochismo è espressione del senso di colpa; in “Il principio econ…” àncora il senso di colpa all’istinto di morte. La colpa, dice nel primo scritto, è inerente ad impulsi incestuosi; nel secondo scrive che è inerente ad impulsi distruttivi.
Ne’ “un bambino….” si confronta con l’enigma del piacere del dolore. E’ piacere o dolore? Porta le sue osservazioni su sei casi, di cui 4 donne, e ricostruisce la genesi del masochismo, in particolare nelle bambine, in tre fasi.
I fase: conscia, il bambino picchiato è il fratellino o la sorellina, la fantasia non è masochistica, chi picchia è un adulto di solito il padre, “mio padre non ama questo bambino ama me”.
II fase:inconscia, il bambino picchiato è lo stesso che fantastica; chi picchia è il padre; c’è una accentazione del piacere, la fantasia, non ricordata, ma ricostruita attraverso l’analisi, è chiaramente masochistica, “vengo picchiato da mio padre”
III fase: conscia, ci sono molti bambini, sempre maschi, chi picchia è un adulto ma non è il padre, di solito è un maestro.


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*Eros: Eros nella mitologia greca era il dio dell'amore.
Nelle origini non era considerato divinità, ma pura forza ed attrazione: per Omero infatti rappresentava quell'attrazione irresistibile che due persone sentono uno per l'altro e che può portarli a perdere la ragione o alla distruzione.

**Thanatos: Tànato o Thanatos (dal greco θάνατος), dio della mitologia greca che personificava la morte e che era ritenuto figlio dell'Erebo e della Notte (o di Astrèa) nonché fratello gemello di Ipno.
Era rappresentato come un uomo barbuto ed alato, insensibile alle preghiere perché dal cuore di ferro e dai visceri di bronzo. Tuttavia due strane leggende di origine popolare narrano di come il terribile Tànato fu costretto a cedere il corpo di Alcèsti ad Eracle e di come, in un'altra occasione, fu incatenato da Sisifo.
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