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Una lacrima scende sul cuore

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2008 01:01
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I'm the man
Utente Gold
27/10/2008 00:59

vecchio mio racconto



Il sole ricominciava a splendere dopo tante incerte giornate di nubi e di pioggia. Erano mesi che Michael aspettava la fine delle stagioni fredde. Amava stare all'aria aperta, indossare un paio di scarpe di ginnastica e correre al parco. Finalmente poteva riprendere i suoi allenamenti.

Anche il cuore di Michael, dopo una storia con una ragazza finita male, pareva aver superato i periodi bui che lo avevano sopraffatto.
Michael era un ragazzo a volte timido, ma sempre molto allegro, aveva voglia di vivere, era socievole con tutti e di animo buono. I suoi capelli neri ricordavano il buio della notte, gli occhi penetravano con il loro sguardo, fino dentro al cuore di una persona, tanto da sfiorarne l'anima. Le ragazze ben sapevano della sua profondità, ecco perché, anche le più libertine, restavano soggiogate dai suoi dolcissimi e grandi occhi scuri, che, senza parlare, dicevano tanto sull'Amore.


Il suo cuore era semplice, ma, a volte, spinto dalla paura di sbagliare, Michael diventava sospettoso, irascibile… insomma non si fidava più facilmente del prossimo, soprattutto delle ragazze, da cui aveva subito, a causa della sua sensibilità, tante sofferenze. No, non dovete pensare che Michael fosse un sognatore. Egli era un ragazzo molto realista, ma, allo stesso tempo, molto romantico. Un uomo completo, quello che alberga nei sogni di tante ragazze; un principe azzurro forte e dolce allo stesso tempo.

Ma il ragazzo ben sapeva che i sogni difficilmente si realizzano. Aveva imparato a non donare tutto il bene che aveva nel suo animo; ad aspettare e a dare solo al momento giusto ed alle persone giuste il proprio bene. Pur vivendo in una grande città, il suo animo non si era contaminato col grigiume dell'indifferenza dei suoi abitanti.


Aveva portato con sé il ricordo delle sue origini, quando viveva in un paesino, e l'Amore era un sentimento forte, potente. La nobiltà del suo animo ed il rispetto per le donne, tuttavia, non lo portavano ad illudere nessuna. Per queste ragioni egli spezzava tanti cuori di ragazze che sapeva non poter amare, vuoi per il carattere troppo diverso o per la distanza, Michael spezzava molti cuori. Ma non era colpa sua. Era la sua innata dolcezza che ipnotizzava gli animi femminili.

Come dicevo, anche il Sole brillava caldo e forte, proprio come l'animo di Michael, che dopo una lunga corsa nel parco, si era fermato per riposarsi. Janet gli si avvicinò e, quasi ad indovinare i pensieri del ragazzo che si era chinato a bere ad una fontana, gli disse: "Che bel Sole che c'è oggi! Valeva proprio la pena di fare una bella corsetta!". Gli occhi della ragazza erano pieni di ammirazione e, allo stesso tempo, ricolmi di dolcezza. I suoi capelli brillavano d'oro sfiorati dai raggi del Sole, gli occhi scuri continuavano a fissare Michael che subito continuò il discorso sul tempo. Quasi immediatamente i due ragazzi cominciarono a ridere e a scambiarsi sorrisi per le cose più banali. Un incontro banale e al quale Michael non diede tanto peso.

Ma le telefonate di Janet, fin dall'inizio, cominciarono ad essere numerose. Michael non si sbilanciava troppo, ma le intenzioni della ragazza erano piuttosto evidenti. Eppure Michael non riusciva a sentire niente per quella ragazza, nonostante la sua insistenza a volere approfondire i rapporti. "Possiamo essere solo buoni amici, non provo niente per te!", continuava a ripeterle Michael, ma lei non voleva sapere ragioni. Il ragazzo non voleva farla soffrire ma neanche illuderla.

Tuttavia, la ragazza, ad un certo punto, si mostrò meno ossessiva, in realtà per convincere Michael, disposta ad accontentarsi dell'amicizia offertale. F inalmente tra i due si instaurò un rapporto molto rilassato, tipico dell'amicizia profonda, dove si scambiavano tutte le confidenze e si dispensavano consigli. Un pomeriggio, che ci si aspettava luminoso così come s'era presentato il mattino, le nuvole coprirono il cielo ed un vento freddo investì il parco. Michael era tutto sudato perché era nel bel mezzo del suo allenamento, ma, visto che aveva quasi terminato la sua corsa, decise di non fermarsi. Purtroppo il mal tempo era deciso a far demordere il povero ragazzo che fu investito improvvisamente da una pioggia tipica di stagioni passate, quasi a rimembrargli che il Sole non c'è per sempre. Dovette ritornare a casa, ma una doccia calda e repentina non gli bastarono ad evitare l'infreddatura che lo costrinse a letto.


Janet lo telefonò ed era preoccupata per la febbre che inchiodava in casa Michael. Era molto impegnata e non poteva andarlo a trovare. Nel frattempo altri amici facevano compagnia al malato. Tra questi, c'era una ragazza, Sonia, in verità molto timida, che parlava sempre molto poco ma che faceva dei sorrisetti pieni di dolcezza. Era lei che stava vicina, in ospedale, a Michael cui era stata scoperta una grave malattia al cuore. Infatti, la febbre era peggiorata ed era stato ricoverato, e, tra le varie analisi, il sospetto dei medici, purtroppo, era fondato.

Michael doveva morire. Il suo cuore, che egli credeva tanto forte, capace di sopportare qualsiasi dolore, lo aveva tradito. E che vita gli si sarebbe prospettata in ogni caso? Non avrebbe potuto più correre, sarebbe stato come amputare le mani ad un pianista.
I giorni passavano, e Michael, consapevole del fatto che erano gli ultimi, li passava sempre con allegria. Diceva: "Pensa a chi muore in un incidente d'auto, non sapeva mica cosa gli sarebbe successo! Tanto vale godersi questi giorni e non pensarci…", rivolgendosi a Sonia che era l'unica rimastagli vicina.

Tutti gli amici, spaventati dall'orrore che avvolgeva Michael, l'orrore del fatto che presto non lo avrebbero rivisto, non lo andavano più a trovare, non sopportavano più di trovarlo intubato in seguito ad un'altra crisi o, peggio ancora, ad assistere alle sue agonie. Solo Sonia gli stava vicino. E Janet? Aveva ben presto rimpiazzato il suo "amore" con uno dei suoi ex-amici. Era di nuovo tornato il freddo. Michael guardava fuori la neve che dolcemente si posava sugli alberi. Gli sembrava che quei fiocchi gli volessero tenere compagnia, ma erano così tristi. Per la prima volta egli aveva perso la speranza e incominciò a piangere. Mancava poco. E uno certe cose le sente quando arrivano. Mancava poco. Ed ogni fiocco era un secondo in meno. Sonia era nei pressi dell'ospedale quando sentì un tuffo al cuore: guardò in alto verso la finestra di Michael e la luce era spenta. Si precipitò per le scale, ma Michael non era più in quella stanza. Non gli avrebbe più fatto un sorriso. Non gli avrebbe più stretto la mano consolandola per i suoi problemi, lui, che, non considerava la morte un problema. Ormai era in coma irreversibile. E lei non aveva mai avuto il coraggio di dirle quanto lo amava. Perché non aveva mai amato nessuno né prima né mai più nessuno avrebbe amato se non lui.

"Che bel Sole che c'è stamattina" si stupì Michael al suo risveglio. Guardò fuori e la neve si era già squagliata. Era già il nuovo anno e Michael si era risvegliato dal coma. "Dov'è la mia amica Sonia?", chiese il ragazzo un po' preoccupato. I medici si guardarono tra loro e, dopo un attimo di esitazione, risposero: "Non ne sappiamo nulla. Lei è rimasto in osservazione, ma, purtroppo, non c'era nessuno ad aspettare il suo risveglio. E' stato molto fortunato! Un donatore le ha regalato il suo cuore e il trapianto ha avuto buon esito!". Michael si riprese presto e gli dissero che dopo un opportuno periodo di riabilitazione, forse, avrebbe potuto anche riprendere a correre!

Il Sole risplendeva sul viso di Michael, l'unica cosa che lo faceva soffrire era il fatto che Sonia l'avesse abbandonato così. Si era fermato di nuovo lì dove aveva conosciuto Janet. Si chinò a bere e sorseggiando sentì chiamarsi: "Ciao Michael!". Si, era proprio Janet. Ma il suo volto non era sorridente. Non sembrava poi così felice di rivederlo. "Sei arrabbiato con me?", disse Janet.
"Perché dovrei?" rispose Michael, "Hai agito come ti sentivi, non ti biasimo.".

Le parole di Janet erano, invece, piene di dolore. Non sembrava più lei. Michael notò il suo tormento e le chiese cosa avesse.

"Cosa provi per Sonia?" disse Janet.

"Rancore. Mi ha deluso. Credevo fosse una vera amica e invece… Mi ha deluso anche lei…".

"Sai una cosa", ribatté Janet, "io ti invidio.". "Per cosa?", disse Michael.

"Perché tu sei stato amato davvero.", rispose l'ex-amica poggiandogli la mano sul petto…

Allora Michael capì ed una lacrima gli scese fin sul cuore, quel cuore che non era suo, ma di chi lo aveva amato davvero, senza dirglielo mai.



[Modificato da misterx78 27/10/2008 01:01]
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