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Nonno 'Pino'

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2009 01:19
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Utente Gold
19/10/2008 22:14

Ogni tanto arriva al lavoro un vecchietto per motivi di utenza. Nonno 'Pino', chiamiamolo così.

Ha un aspetto un pochino trasandato e parla molto. E, sicuramente, ha molto bisogno di essere ascoltato.

E io non mi faccio mica indietro. Anzi mi fanno piacere le sue storie e i punti in comune. Primo fra tutti il fatto che anche lui sia musicista. La musica annulla le differenze, anche di età e, tramite la passione, ci rende tutti bambini.

Stasera mi ha raccontato una bellissima storia.

In una serata che aveva fatto col suo gruppo musicale, si parla di 40 anni fa, era tornato un pochino ciucco e, non contento della serata, si recò vero Borgaretto, un paesino vicino Torino, per andare con gli amici in un bar aperto fino a tardi.

Nel scendere dall'auto notò un cagnetto. Un bastardino bianco e nero e molto piccolo di stazza. Pino gli si avvicinò e questi subito cominciò a far feste su feste ma senza mai abbiare.

Fare due conti fu facile. Era pieno agosto. La città era deserta. Trattavasi di un cane abbandonato da qualche torinese partito per la vacanza.

Comunque gli fece compagnia per qualche metro con i suoi zompetti e gli disse: 'tè rimani quì fuori perché devo andare al locale con i miei amici'. Dopo un bel pò di tempo disse agli amici del cane ed uscì per tornare a casa, non aspettandosi di ritrovarsi il cagnetto che lo aspettava triste ed immobile di fronte l'uscio!

Allora si fece un'altra camminata col cane, coccolando un poco, ma poi doveva tornare a casa e salì in macchina.

Fu a quel punto che rimase molto colpito dall'espressione triste e delusa del cane. 'Aveva lo sguardo di un uomo', mi ha detto. Aveva capito di essere stato abbandonato di nuovo.

Pino disse: 'P***a madonna! Non gli posso fare questo... Dai, salta su...'. Aprì la portiera e il cagnetto ubbidì. Si spaventò un pochino per il movimento dell'auto ma poi si calmo grazie alla voce dolce di Pino. Di nuovo si spaventò in ascensore ma si tranquillizzò quando lo presentò lamoglie che, nonostante l'ora tarda, si prodigò a preparea un latte caldo ma non troppo con un poco di pane per il cucciolo.

Il cane bevve avidamente ma lasciò tutto il pane.

A quel punto Pino dovette riportarlo fuori. Non poteva proprio tenerlo. Per il suo lavoro doveva viaggiare e la moglie era sempre occupata. Lo riaccompagnò giù e quando gli disse: 'Mi spiace no posso tenerti', il cane strusciò la testolina alla gamba di Pino e poi, cosa stranissima, come avesse compreso, si allontanò di fretta nel buio. Per un attimo Pino ebbe l'istinto di chiamarlo. Ma si trattenne.

La sera dopo Pino ebbe un'altra serata di musica. E tornò di nuovo tardi. E di fronte lo stesso locale trovò il cagnetto. Quelli che avevano visto la scena del giorno prima dissero: 'è da tre ore che ti aspetta'.

Pino rimase colpito. Decise di portarselo a casa e non lasciarlo più.

Almeno per il periodo delle ferie, fermandosi un poco dal lavoro. Ma il cane non trovava altre case. Lo portava in giro ma tornava sempre alla casa di Pino. Dovette chiamare la protezione animali ma questi gli dissero: 'non abbiamo più posto, se ce lo porta va a finire che lo dobbiamo uccidere col gas!'.

Alla fine il cane gli stava scappando di mano perché correva verso una cagnetta. La padroncina cominciò a coccolarlo e decise di regalargli quel cane.

Non lo vide più.

Eppure, dopo 40 anni, ancora ripensa a quel cane che, misteriosamente, era così... umano.
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Utente Gold
27/10/2008 21:30

In questo momento sto passando da MC a CD in formato *.wave alcune canzoni del gruppo musicale a cui apparteneva da giovane.

Così domani gli porto il CD e può ascoltare meglio i pezzi che gli ricordano i tempi andati...
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Utente Gold
03/11/2008 00:51

Oggi nonno Pino mi ha raccontato che in comune non abbiamo il vizio del gioco.

Ma lui per un motivo antico, di quando aveva 10 anni.

Pare che all'epoca sua madre gli regalava ogni domenica 1 Lira.

Di questa lira ne spendeva 70 cent al cinema che proponeva il pomeriggio la possibilità di vedere più film in catena dalle 14 alle 19 di sera.

Il resto li metteva da parte. 30 cent erano soldi.

Una domenica un compagnetto gli propose di giocare a scopa. A soldi.
Si misero su un marciapiede e cominciarono.
Perse le prime 10 Lire. Poi le seconde. Poi le terze...

Finché si rese conto che aveva finito tutta la Lira.

Avrebbe potuto andare su dalla madre, visto che erano vicini alla csa e dichiarare che aveva sbagliato a fidarsi del gioco. La madre le avrebbe dato un'altra Lira per passare la domenica con gli amichetti.

Ma l'orgoglio glielo impedì.

Decise di vagabondare da solo tutto il giorno. E ne andò da qualche amico a chiedere che gli pagassero il cinema anticipandogli i soldi.
Avrebbe sempre dovuto chiedere una Lira in più alla madre per estinguere il debito.

Se lo legò al lobo, mi disse.

E non giocò mai più a soldi.

Al massimo, raramente, un caffè.
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Utente Gold
15/01/2009 04:47

riguardo la scoparsa di tua moglie
Ciao Pino,
Spero che vada un po’ meglio per te nonostante il clima di questi giorni.
Hai pensato alla frase da inserire come epigrafe? Il fatto che una persona abbia dedicato la sua vita(cosa non da poco) alla tua merita un tributo importante e la cosa dovrebbe essere fatta al più presto in modo che il marmista possa completare il suo lavoro.
Serve a noi che rimaniamo. Io rimango ateo convinto. Ti assicuro che ho affrontato prove molto serie nella mia breve vita. Ma, nonostante il dolore, nonostante la fragilità del momento, non mi sono mai mosso dal mio ateismo profondo. Mai invocato dèi o Gesù di qualche tipo. Naturalmente trattasi solo della mia opinione. In ogni caso seguire una prassi, creare un punto d’incontro, quale quella lastra di marmo, è importante e merita tutto il mio rispetto e il mio appoggio.
Una vita insieme. Avete passato una vita insieme. Come non potresti essere invidiato per questo? Anche il peggiore dei donnaioli a questo mondo dentro di sé darebbe l’anima per poter conoscere una donna che lo amasse per quello che è. Che lo facesse sentire accettato. Che gli desse quel calore solo suo e di lei e di nessun altro. Condividere esclusivi litigi. Sguardi di intesa e comprensione in un linguaggio silenzioso raffinato in anni e anni di affetto.
‘Lei mi ha sopportato’ mi dicesti. E quali speranze ha uno come me di conoscere una donna che lo sopporti? Quanti, anche in passato, anche gente della tua stessa età, hanno avuto quest’enorme ricchezza di essere adorati nel calore della propria casa? E quanti, tra quelli che verranno, persino dopo me, potranno vivere un’esperienza con una donna che va oltre il sesso e l’affetto per sfociare nella sicurezza, nell’intesa profonda e nella pace che nasce dal pensiero di tornare a casa e trovare la propria ‘lei’ ad aspettarli?
Perché quando un rapporto va avanti per una vita diventa complicità, semplicità. Diventa una fusione di due anime che si incontrano per diventare un‘unica persona.
Io posso solo timidamente immaginare. Tu ne puoi parlare. Hai l’enormità dei tuoi ricordi. Hai la purezza della sua dedizione che ha espresso in una vita insieme a te.
Hai molte compagnie intorno e nonostante tu non ti fidi di nessuno, nonostante utilizzi la tua esperienza per affascinare il prossimo, sai benissimo che queste sono molto importanti nella tua vita. Lo sono sempre state. Ma lo sono ancora di più ora.
Ognuno è quello che è, Pino. Tutti abbiamo un nostro interesse. Nessuno è immune dall’egoismo. Il fatto stesso che nasciamo staccati l’uno dall’altro significa che ognuno deve badare per sé. Ognuno ha il suo paio di gambe per camminare, un paio di braccia per lavorare e la sua bella testolina per pensare. Con questo voglio dire che l’egoismo è naturale, ed ha anche la sua buona dose di necessità. Se ci fossero persone completamente altruistiche morirebbero di fame togliendosi il pane di bocca per darlo agli altri e non sarebbe certo di aiuto.
Non voglio darti consigli di alcun genere, visto che ho capito che mi reputi un gagno inesperto di vita.
L’unica cosa che mi sento di dirti è che a volte credere nel prossimo è il primo passo per non essere soli.
Ma forse lo sai già.

Ci sentiamo presto.

misterx78.

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Utente Junior
15/01/2009 17:57

Ciao Pino anche se non ti conosco.
Mi piace molto leggere queste storie di vita,storie vissute,vere e genuine,che hanno sempre da insegnare qualcosa.
L'aspetto umano e la sensibilità poi sono le cose più importanti,ricordare l'episodio del cagnetto è segno di grande umanità.
Concordo poi con l'analisi di Mister x,che oltretutto sa scrivere molto bene.


"E' vero io sono una foresta e una notte di alberi scuri: ma chi non ha paura delle mie tenebre, troverà declivi di rose sotto i miei cipressi."
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