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Il corso, 06/01/2008

Ultimo Aggiornamento: 22/04/2008 04:49
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I'm the man
Utente Gold
22/04/2008 04:49

Mi ritrovo a seguire una specie di corso con colleghi e sconosciuti. Ci troviamo in uno stabile al cui esterno sono ben visibili dei mattoncini color rosso/terra di Siena. Lo stabile è recintanto da muri con simile fattezza. I muri di cinta sono alti circa due metri e alle loro sommità hanno una specie di basamento leggiero, in cemento. Tra lo stabile ed il muro, per uno dei suoi lati, ci sono circa 20 metri. In questo spazio, ricoperto di erbetta, vengono fatte varie esercitazioni. Prima saliamo al terzo piano dove, in una classe, seguiamo una serie di lezioni riguardo la teoria. Durante le spiegazioni entra mia madre che mi dice che la mia nonna paterna e mio zio, che vive con lei, hanno preso una badante. Se non ricordo male il suo nome è Luigina. O Guillermina. Entra anche lei per seguire le lezioni. Mia madre insiste che mi occupi di lei, per capire se accudisce bene la nonna. Ovviamente è una scusa affinché la frequenti e, magari, nasca qualcosa. Almeno nelle mire di mia madre. Comunque la cosa non mi dispiace affatto: Luigina è molto carina. Ha capelli un pò mossi, con ciocche bionde non troppo chiare ed alcune, molto più rare, more. Gli occhi vicini, naso piccolo, leggermente schiacciato. Le labbra sono senza trucco, di grandezza media. Il sorriso è timido, il collo chiaro, delicato. Indossa un maglione grigio che le dona ed un paio di jeans abbastanza scuri che mettono in risalto i fianchi leggermente pronunciati. Non ricordo le scarpe. Comunque lei è molto carina anche se piuttosto timida. Alla fine della teoria veniamo invitati nel cortile. Su un angolo di questo si trova un'enorme gru. Uno degli allievi, con un'istruttore, sale fino a sedersi nella cabina di pilotaggio. Incomincia a manovrare l'enorme aggeggio. Alla sua estremità la gru sostiene una specie di grande mattone piatto e di colore grigio metallico. Ad un certo punto io mi trovo leggermente staccato dal gruppo e quell'idiota che manovra per poco non mi colpisce in pieno con quell'enorme mattone! Uno degli allievi che pare essere un veterano del corso mi dice che mi è andata bene e che se m'avesse colpito anche solo una mano questa sarebbe diventata o rossa o nera o blu. In ogni caso me l'avrebbero amputata perché i medici non badano alle sottigliezze.
Non contento, quell'idiota alla manovra si esercita ora con un'enorme sfera metallica di colore grigio-blu. Il materiale mi ricorda quello dei vecchi trasformatori per le televisioni inizio anni '80 mentre la forma un accumulatore di tipo idraulico. Anche quì osservo, preoccupato, l'enorme e minaccioso oggetto che mi passa qualche metro sul capo...
Ci ritroviamo ad una specie di mensa e cerco quel tizio. Poi siamo a lezione e lo trovo nei bagni: lo riempo di botte.
Poi mi ritrovo in un'altra stanza dello stabile. Sono esperto di riparazioni e aggiusto varie cose di tipo elettronico. La stanza è un pò sudicia e abbandonata. Un pò come tutto il palazzo, d'altronde. Si tratta di un luogo dove sono in collegamento due stanze attraverso un breve corridoio che però è quasi largo come le due stanze. In quella di fronte sono accatastate varie sedie di tipo scolastico, materassini, etc.
Io, invece, mi trovo dietro un bancone in legno scuro di quelli vecchi, da sarto. Dal mio lato si vede, innestato, come una vetrinetta con i vetri a scorrimento, con vari aggeggini all'interno.
Sto parlando con qualcuno quando, di colpo, la porta, che dava sulla mia sinistra, nel corridoio, viene scaraventata contro la parete opposta. Entrano due robot: alti circa due metri ed armati. Hanno un corpo massiccio, soprattutto il dorso. Solo la testa e le mani sono umani. L'uomo incomincia a correre e sparare con le armi che ha attaccato agli avanbracci, verso di me. Io mi trovo pronto con una carabina da caccia che, stranamente, ricaricandola con stile tipo farwest, non esaurisce mai i colpi. Riesco a colpirlo in testa e lui stramazza tra gli ammassi dell'altra stanza.
La femmina, con i capelli biondi e gli occhi scuri e con uno sguardo molto fisso, è molto più dura da tenere a bada. Ma alla fine ho la meglio e fugge.
Discuto di qualcosa con il cyborg accasciato nell'altra stanza. Ormai è inoffensivo.
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